Asvaghosa
Nanda il Bello
Saundarananda-Mahakavya
Adelphi
pag. 258 - formato: 14 x 22 cm. - anno: 1985 - ISBN. 978-88-459-0605-3
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«Ebbro di forza, bellezza, giovinezza», Nanda teneva uno specchio dinanzi al volto dell’amata Sundari, mentre lei si disegnava il trucco e giocavano insieme. Entrò nel palazzo un monaco per la questua. Nessuno lo vide, perché tutti si occupavano dei «passatempi amorosi e fatui del loro signore». Quel monaco era il Buddha, fratello di Nanda. Da quel momento, come un abile uccellatore, il Buddha comincia a tirare a sé la sua preda: costringerà il fratello alla Liberazione. Nanda è perfetto esemplare dell’uomo naturale, nella sua versione più disarmante e incantevole. Fin dall’inizio splende di «maestà graziosa» e le strofe di Asvaghosa ce lo raffigurano come un nobile animale in una foresta smaltata. Il richiamo alla Liberazione gli è affatto estraneo, tutto il suo essere recalcitra. Mentre si avvia dal fratello, «per indecisione non andava e non restava, come oca reale che nuoti sulle onde...