Come perdonare se stessi Molti blocchi e ostacoli che incontriamo nella vita sono amplificati da un senso di rancore (verso un familiare, un amico, un collega o addirittura la società nel suo insieme) che, inconsciamente, può arrivare a nuocere a vari aspetti della nostra esistenza (difficoltà sul lavoro, per esempio, oppure un fratello che non vediamo da tempo perché lo abbiamo allontanato o ancora un’amicizia di anni finita dall’oggi al domani). Perdonare gli altri, perdonare se stessi non è un testo per imparare a fare buon viso a cattivo gioco, a fingere che tutto vada bene e che il perdono sia sempre doveroso. Prendendo le distanze dalla finzione, dai convenevoli e dalle regole della morale, Amélia Fleurot insegna che il perdono è un vero e proprio lavoro di sviluppo personale, che permette di accettare se stessi e di guarire le proprie ferite. Perdonare gli altri, perdonare se stessi indaga sulle fonti del malessere per analizzare il dolore emotivo che è alla base del risentimento e la paura al quale è collegata. Perdonare chi ci ha fatto del male dunque vuol dire far sparire un peso che non ha più motivo di esistere, ma che continua a gravare su di noi perché viene alimentato dalla nostra mente. Significa anche liberarsi di una relazione tossica, qualora sia necessario, o al contrario trasformarla.