Aleksandr Puskin, Aleksandr Afanasev
Aleksandr Sergeevic Puškin, considerato uno dei massimi poeti della Russia del XIX secolo e il padre della moderna letteratura russa, fu autore di liriche, poemi, favole, romanzi, racconti, drammi e saggi. Nato a Mosca nel 1799 da una povera famiglia aristocratica, cominciò molto presto a comporre versi. Fu allevato da balie e precettori, frequentò poi il liceo di Carskoe Selo ed ebbe successo fin dal primo poema, Ruslan e Ljudmila, pubblicato nel 1820. Impiegato al ministero degli Esteri, fece parte di un gruppo di radicali, molti dei quali saranno coinvolti nella rivolta decabrista del 1825. Nel 1820 fu cacciato dalla capitale e confinato a Ekaterinoslav, a causa di alcuni suoi componimenti poetici politici. Fu poi trasferito a Kišinëv in Moldavia, dove scrisse tra l’altro Il prigioniero del Caucaso, e quindi a Odessa. Dal 1824 fu costretto a vivere in esilio dalla capitale, nell’isolamento della tenuta familiare di Michajlovskoe, vicino Pskov, e anche lì continuò a scrivere poemi diventando ben presto il maggior rappresentante del romanticismo russo. Indebitato e infelice per il suo matrimonio, Puškin morì per difendere l’onore della moglie in un duello con il barone francese Georges D’Anthès, a Pietroburgo, nel 1837.
Aleksandr Nikolaevič Afanasev (Bogučar, 11 luglio 1826 – Mosca, 23 settembre 1871)è stato uno scrittore e linguista russo. È il più famoso dei folcloristi russi dell'Ottocento.Nacque l'11 luglio 1826. Suo padre era un piccolo impiegato che passò la vita lavorando negli uffici di due località di second'ordine della gubernija di Voronež. Piccolo autodidatta provinciale, volle far studiare suo figlio, affidandolo a maestri e popi d'una rozzezza tanto caratteristica da farci pensare che Afanas'ev si ricordasse più tardi di questi suoi anni giovanili quando trascrisse con tanto gusto quei racconti del popolo che contenevano elementi satirici sulle scuole, sulle chiese e in genere sul piccolo mondo burocratico delle cittadine di provincia. A Mosca si iscrisse alla facoltà di legge, ma si appassionò a tutti i vari aspetti, storici, letterari e non soltanto giuridici, della intensa vita intellettuale della vecchia capitale che dava allora i più visibili frutti degli anni '40 e approfondiva in tutte le direzioni il dialogo tra occidentalisti e slavofili, tra romantici hegeliani e nuovi illuministi. Gli storici Granovskij e Solov'ëv, i giuristi Redkin e Kavelin, e soprattutto il glottologo, storico della religione e dell'arte F. I. Buslaev diedero ognuno ad Afanas'ev un incoraggiamento, un modello, un indirizzo. Forte fu su di lui l'impronta della scuola storico-giuridica che stava allora gettando le basi della moderna concezione dell'evoluzione dello stato russo. Ma più forte l'incitamento, dategli da Buslaev, a guardare alla lingua, alla sua struttura per ritrovarvi la chiave della storia e della coscienza popolare.
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