Con Considerazioni sull’Assoluto, traduzione del commento breve alla Trentina della Dea Suprema, Raniero Gnoli consegna ai moderni una delle opere più interessanti di Abhina- vagupta, un tantra – e dunque un testo rivelato – in cui tutti i princìpi della realtà vengono ricondotti ai fonemi del sanscrito e illuminati splendidamente nella loro complementarietà di stasi e movimento, benevolenza e minaccia, conoscibilità e inconoscibilità, come nucleo di ogni creazione o distruzione. Un’opera che già nel IX-X secolo era uno dei testi śivaiti più venerati e studiati. Nella complessa cosmogonia disegnata da Abhinavagupta e nel dialogo tra la Dea interrogante, Shakti o Potenza di Śiva, e Bhairava, ossia Śiva nella sua forma “tremenda”, fioriscono temi che appartengono a ogni civiltà e a ogni tempo, come l’iniziazione, la meditazione, l’interiorizzazione del rito, la valenza sapienziale del linguaggio. La vera iniziazione, la vera offerta al fuoco, il vero yoga, la vera meditazione sono fatti interiori, che il discepolo nel corso della sua vita deve incessantemente ricreare dentro di sé.