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Aurobindo
La Vita Divina
A cura di Paola De Paolis. Due volumi indivisibili in cofanetto
Mediterranee
Pag. 828 Formato: 17 x 24 cm. Anno: 1998-2020 ISBN: 978-88-272-1239-4
€. 43.90 €. 41.70 (-5%)
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La Vita Divina, ora nella sua versione integrale anche per i lettori italiani, apparve per la prima volta a puntate nel mensile filosofico inglese Arya, dal 1914 aI 1919 e fu poi riveduta dall’Autore negli anni ‘39-’40. Testo fondamentale in prosa (come Savitri lo è in poesia) della prodigiosa produzione di Sri Aurobindo, questo capolavoro è la somma delle sue esperienze spirituali che lo portarono alla scoperta di quel “segreto del Veda” conosciuto, tanti millenni prima di noi, dagli antichi Rishi.
Siamo qui appassionatamente condotti attraverso tutte le conquiste della coscienza umana, fino a sfociare, con una visione integrale, in un nuovo orizzonte che riconcilia, superandole, tutte le contraddizioni e le dualità che hanno dolorosamente contraddistinto la storia dell’horno sapiens. Riguardo a quest’opera, scriveva l’Autore nel 18: “Il nostro proposito era di elaborare una filosofia sintetica che potesse costituire un contributo ai pensiero della new age che è ormai alle porte. L’umanità sta andando verso un grande cambiamento che porterà alla fine a una nuova vita della razza; in tutti i paesi ove esiste un pensiero umano c ‘è ora, in varie forme, quell ‘idea e quella speranza, e il nostro scopo è stato di cercare la verità spirituale, religiosa o altra, che può illuminare e guidare la razza in questo momento e in quest’impresa. L’Arya (...) ha rappresentato un approccio alla suprema verità riconciliatrice dal punto di vista della mentalità occidentale e dell ‘esperienza spirituale indiana.
La più profonda esperienza mostra che la verità fondamentale è la verità dello Spirito; l’altra è la verità della vita, la verità della forma e della forza formatrice e dell’idea e azione viventi. L’Occidente e l’Oriente hanno seguito qui delle direzioni divergenti. L’Occidente ha dato più importanza alla verità della vita, negando I ‘esistenza dello Spirito o relegandola al dominio dell ‘ignoto e dell' ‘inconoscibile; I ‘Oriente ha dato più importanza alla verità dello Spirito. L’Occidente si sta ora risvegliando alla verità dello Spirito e alle possibilità spirituali della vita; I ‘Oriente si sta risvegliando alla verità della Vita e tende ad applicare ad essa inmodo nuovo la sua conoscenza spirituale. Il nostro punto di vista è che i ‘antinomia creata tra loro è irreale.
Se lo Spirito è la verità fondamentale dell ‘esistenza, la vita non può che esserne la manifestazione; lo Spirito dev ‘essere non solo l ‘origine della vita, ma la sua base, la sua realtà pervadente e la sua suprema e totale risoluzione. (...) Crescere nella pienezza del divino è per I 'uomo la vera legge della sua vita, e modellare la sua esistenza terrestre all immagine del divino è il significato della sua evoluzione. Coronamento dell’era mentale, quest’opera, unica e completa nel suo genere, è anche la prima che, della nuova era, contenga ad un tempo le sicure fondamenta e tutte le coordinate.
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Scheda dell'autore: Aurobindo
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informazioni sull'Autore: Aurobindo
Aurobindo Ghose (Calcutta, 1872 – Pondicherry, 1950). Inviato a sette anni dal padre, medico condotto, a studiare in Inghilterra, a Manchester, Londra e infine Cambridge (dove vinse tutti i premi di versificazione greca e latina), lettore insaziabile, in gravi difficoltà economiche, assimila in breve tempo tutta la cultura europea leggendone i classici, antichi, medievali e moderni, nelle lingue originali, compreso il nostro Dante. La sua ri-nazionalizzazione cominciò solo a vent’anni, al suo rientro in India: gli basteranno tredici anni per re-indianizzarsi fino al midollo: apprende il sanscrito, il bengali e molte lingue indiane moderne, assimilando profondamente nel contempo tutto il vasto patrimonio culturale e religioso del suo paese.
La sua attività è subito intensissima: oltre a insegnare francese e inglese al College di Baroda (di cui diventa presto Rettore), svolge come giornalista, oratore e organizzatore una formidabile attività rivoluzionaria per la liberazione dell’India dal giogo britannico. Già la serie di articoli che, ventunenne, aveva cominciato a scrivere sul quotidiano di Bombay Hindu Prakash era stata interrotta dalle autorità. Ma è soprattutto sulle pagine del quotidiano inglese Bande Mataram ch’egli ispirerà come nessun altro il nascente movimento nazionalista, in un tempo in cui parlare di completa indipendenza era considerato ‘un delirio da pazzi’. L’India, nella chiara visione di lui, doveva innanzitutto conquistare la libertà per realizzare in futuro il suo speciale destino […]
I suoi articoli, riportati sulle colonne del Times di Londra, gli valgono un primo arresto per sedizione nel 1907. Liberato su cauzione, viene arrestato l’anno dopo per implicazioni indirette nel fallito attentato a un giudice britannico. Nel forzato isolamento di un anno nel carcere di Alipore approfondisce quella dimensione interiore e spirituale le cui porte gli si erano spalancate dopo l’esperienza – ottenuta in soli tre giorni e da allora stabilita per sempre – del silenzio mentale, in seguito al suo incontro con Baskar Lele, uno yogi del Maharashtra che aveva indovinato, dietro l’eroismo del giovane rivoluzionario, il destino di una grande anima.
Gli Inglesi, che credevano di poter mettere finalmente a tacere l’uomo più pericoloso con cui avevano fino a quel momento avuto a che fare (come dichiarò l’allora viceré dell’India Lord Minto), lo videro di nuovo libero nel 1909, dopo un clamoroso processo. Il Bande Mataram era
stato soppresso, la maggior parte dei leader nazionalisti imprigionati, deportati o in esilio. Dopo le cruciali esperienze vissute in carcere, la visione che Sri Aurobindo aveva della vita era radicalmente cambiata e il suo lavoro vòlto ormai a uno scopo universale nella sua portata e interessato a tutto il futuro dell’umanità. Fonda un nuovo settimanale in inglese, il Karmayogin, ed uno in bengali, il Dharma, ma tanto i suoi scritti quanto i suoi discorsi, che riaccendono lo spirito d’indipendenza in folle crescenti, fluiscono ormai da un assoluto silenzio della mente. Nel 1910 un nuovo mandato d’arresto per sedizione cade in sua assenza: obbedendo a un preciso adesh [comando divino], egli era partito clandestinamente per Pondicherry, allora colonia francese, dove sarebbe rimasto ininterrottamente per quarant’anni, concentrato in una sadhana senza precedenti – fatta non per se stesso, ma per aprire una via affinché la coscienza terrestre cambi: Lungi dal mio scopo propagare qualche religione, nuova od antica, per l’umanità in futuro. C’è una via da aprire che è ancora bloccata, non una religione da fondare.
Dal ’14 al ’21 pubblica Arya, un mensile in inglese dove le sue esperienze interiori andranno costituendo il corpo fondamentale di quegli scritti che forse è improprio definire ‘filosofici’: La Vita Divina (suo capolavoro in prosa, summa delle sue esperienze spirituali e la più grande sintesi culturale fra Oriente e Occidente dei nostri tempi), La Sintesi dello Yoga, Il Segreto dei Veda, le traduzioni e i commenti alle Upanishad, L’Ideale dell’Unità Umana, i Saggi sulla Bhagavad Gita, Il Ciclo Umano, La Poesia futura, I fondamenti della cultura indiana. A questa prodigiosa produzione […] si affiancherà un’altrettanto prodigiosa produzione letteraria, poetica e teatrale.
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