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François de La Rochefoucauld
Massime Morali
A cura di Fréderic Ieva - Nuova traduzione
Feltrinelli
Pag. 368 Formato: 13 x 20 cm. Anno: 2014 ISBN: 978-88-07-90155-3
€. 13.00 €. 12.35 (-5%)
Il 2 luglio 1652 Turenne, il comandante delle truppe fedeli al re di Francia, intercetta un esercito frondista guidato dal principe di Condé nei pressi del Faubourg Saint-Antoine.
Durante le fasi concitate dello scontro, un colpo di moschetto raggiunge il duca di La Rochefoucauld alla testa: il proiettile penetra sotto un occhio per fuoriuscire dall’altro.
Secondo una diffusa linea interpretativa, questo episodio rappresenta il momento cruciale nella vita del duca: La Rochefoucauld da allora avrebbe deposto le armi per dedicarsi alla vita letteraria.
Molto letti e consultati, gli aforismi del filosofo francese sono tra i libri preferiti da Madame de Maintenon, l’ultima amante di Luigi XIV, e da Cristina di Svezia, che ne scriverà interessanti commenti.
Nel Settecento le Massime consolidano la loro fama; celebre il giudizio di Voltaire: “Una tra le opere che più contribuì a formare il gusto della nazione e a darle uno spirito di giustezza e di precisione.
Benché quel libro ripeta quasi sempre la stessa verità, e cioè che ‘l’amor proprio è il movente di ogni azione’, pure quel pensiero assume tanti diversi aspetti da risultarne nuovo e imprevisto”.
Questo libro, uscito anonimo nella prima edizione, appare segnato da un profondo pessimismo, per quanto poco sistematico: un testo scandaloso, che ha fatto “scempio delle virtù” e “strage delle illusioni”.
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Scheda dell'autore: François de La Rochefoucauld
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informazioni sull'Autore: François de La Rochefoucauld
François de La Rochefoucauld (Parigi, 15 settembre 1613 – Parigi, 17 marzo 1680) è stato uno scrittore, filosofo e aforista francese. François VI de La Rochefoucauld, principe di Marsillac (scritto anche Marcillac), nacque nella capitale transalpina in Rue des Petits Champs, primo di 14 figli, da François V e da Gabrielle di Liancourt, in una delle più antiche famiglie nobili di Francia. Educato più alle armi che alle lettere, entra nel mondo a 16 anni e si mescola agli intrighi di corte, che ebbero per protagonisti il re Luigi XIII, il cardinale Richelieu, la regina Anna d'Austria e il duca di Buckingham. Legatosi alla duchessa di Chevreuse, un'amica della regina, si getta in rischiose avventure che gli costarono una settimana nel carcere della Bastiglia e due anni di disgrazie che passò nei possedimenti paterni del Verteuil. Introdotto a corte giovanissimo, partecipò a vari complotti contro il cardinale Richelieu e contro il cardinale Mazarino (Fronda parlamentare), conobbe la prigione e l'esilio, finché, deluso, abbandonò ogni impegno politico e si dedicò alla vita mondana. Di questo momento, 1653-1656, sono le Memorie, in cui narrò, oggettivamente, con animo pacato e distaccato, gli avvenimenti della Reggenza, mostrando già nella comprensione di essi quella concezione determinista e pessimista che si troverà cristallizzata nelle Massime. Ricompare a Parigi nel 1656, frequentando il salotto di Madame de Sablé, ove si riunivano gli ingegni più rappresentativi dell'epoca. Qui, seguendo quello che era un gioco intellettuale di società, incominciò a scrivere le proprie massime che, divenute poi un'occupazione seria e laboriosa, vennero pubblicate in un volumetto nel 1665: Riflessioni o sentenze e massime morali. È la gloria per l'autore: alla prima seguono altre quattro edizioni - 1666, 1671, 1675, 1678 - con poche varianti importanti. Gode di immediato successo. La raccolta comprende 504 massime, precedute da una premessa il cui autore ufficiale è l'editore, dietro il quale però si cela, secondo l'uso, La Rochefoucauld stesso. Dalla prima edizione delle Riflessioni, l'autore espunse poi 74 massime, alle quali se ne possono aggiungere altre 61, pubblicate postume e desunte da manoscritti, epistole, edizioni estere, supplementi alle varie edizioni e testimonianze di contemporanei dell'autore. Raffreddati i rapporti con Madame de Sablé, trovò una nuova Musa in Madame de La Fayette, con la quale vive in grande intimità, coadiuvandola nei suoi lavori letterari. Il romanzo La Princesse de Clèves viene ritenuto la loro opera comune. In questi anni, sereni e allietati anche dalla posizione raggiunta dai figli alla corte del Re Sole e dalla considerazione in cui lui stesso vi era tenuto, egli fu rattristato dalla morte del suo settimo figlio, da quella del Duca di Longueville, figlio del suo amore con la duchessa, e dalle gravi ferite riportate dal suo primogenito al passaggio del Reno nel 1672. La sua salute diventò malferma fino a diventare disperata nel marzo 1680. Spirò il 15 marzo 1680.
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