Le luci al neon, le pareti bianche e fredde. Il corpo di un bambino avvolto in un morbido lenzuolo. E una donna, china su di lui, che sussurra qualcosa mentre gli bacia il volto e gli accarezza le ginocchia. Molti piani più in basso, nel caos saturo di odori e voci del pronto soccorso, tra alcolisti, senzatetto e il viavai di medici e barelle, una vecchia dall'aria smarrita racconta di un abito da sposa confezionato con la seta di un paracadute. Da qualche altra parte c'è Tia, una bimba di cinque anni. La lastra mostra una grossa nuvola bianca, proprio al centro del cervello. Ma Tia ride, ride con gli altri bambini intorno a lei, e sua madre vorrebbe tenersi stretta per sempre quella risata. Intanto, nel reparto di psichiatria, Derek urla che qualcuno gli sta rubando l'anima, e quasi non si accorge che dalle braccia ricoperte di tagli il suo sangue zampilla come un torrente in primavera.