La caccia, in Siberia, è una questione di vita o di morte, uno scontro inesorabile tra l'uomo e le potenze invisibili che dominano le immense distese ghiacciate, le foreste, i monti, i laghi, e a cui appartengono gli animali. In un mondo dove tutto è pieno di dèi, popolato da spiriti di ogni sorta con le loro gerarchie e antipatie reciproche, il cacciatore che si addentra nella foresta o s'avventura per mare «deve trovarsi in uno stato di grazia, come il sacerdote che si accosta al sacrificio». Si muove dunque con circospezione, protetto solo dalla magia, mediante la quale stipula un patto con l'«altro lato», perché «il diritto di uccidere si paga, come un permesso di caccia rilasciato da potenze superiori», e in cambio dei sacrifici le divinità concederanno selvaggina in abbondanza