Tra il 1879 e il 1880, in compagnia di alcuni amici americani, Helena Blavatsky, fondatrice e massima teorica della Società Teosofica, compie un lungo viaggio in India, da cui ricava una grande quantità di appunti che sono all’origine di questo volume e di un altro (Un’isola di mistero) di prossima pubblicazione. L’India che incontra, come è facile immaginare, è quella profonda, misteriosa e senza tempo, degli dei che tutto possono, delle sette innumerevoli, degli eremiti e degli stregoni, dei templi e delle caverne, delle giungle insidiose abitate da animali sacri e crudeli. Osservatrice acuta, appassionata e dotata di un notevole sense of humour – oltre che narratrice di razza –, la Blavatsky evoca leggende e tradizioni millenarie, ci introduce ai misteri di riti sciamanici e magici, ci fa assistere a rituali di purificazione, a cerimonie funebri, a feste e banchetti, ci svela i segreti dell’alchimia e delle scienze occulte. Alla fine, di questo viaggio avventuroso e incantato affiora la dimensione più autentica, che è quella filosofica, spirituale ed esoterica.