Figura centrale nelle culture ugrofinniche dell’Europa settentrionale, lo sciamano era in grado di mettere in relazione la sfera celeste abitata dagli dèi, il mondo terreno in cui si trovavano gli uomini e l’oltretomba, dimora dei defunti. Attraverso rituali, canti e pratiche, rendeva grazie alle forze e agli esseri della natura, propiziava le azioni di cacciatori e pescatori e allontanava malattie e influssi negativi dai membri della comunità alla quale apparteneva. In questo volume Alessandra Orlandini Carcreff ha riunito scongiuri, preghiere e canti riportati nei resoconti dei numerosi viaggiatori che visitarono le popolazioni delle regioni boreali fra ’800 e ’900. Organizzate per sezioni tematiche, queste liriche sono in grado di ridare vita a un mondo ormai quasi scomparso – quello delle popolazioni ugrofinniche, di cui fanno parte, ad esempio, i sami dell’odierna Finlandia – in cui uomini, entità sovrannaturali, dèi, animali e piante vivevano a stretto contatto. Oltre alle betulle sacre delle foreste boreali, ai temuti e feroci predatori come orsi e lupi, ai tamburi di pelle di renna e ai personaggi di opere quali il Kalevala e il Kanteletar, da queste pagine emerge anche lo spirito malinconico che, come neve, ricopre le terre poste a quelle latitudini, facendo di Canti dello sciamanesimo boreale un mosaico di voci, un coro che si leva dal passato del Grande Nord.