Tirumalai Krishnamacharya (1888-1989) nacque nell'India meridionale in una stimata famiglia di brahmini e sin dai primi anni gli furono trasmessi la cultura vedica indiana, il sanscrito, la medicina ayurvedica, il vedanta, la pratica delle posture yogiche e le tecniche respiratorie. A Varanasi vinse una borsa di studio con cui poté studiare logica e i sistemi dello yoga e del samkhya. A ventidue anni, dopo un lunghissimo viaggio, raggiunse in Tibet il maestro Ramamohana Brahmachari, che viveva e insegnava in una caverna sull'Himalaya. Restò presso di lui otto anni studiando i testi antichi e apprendendo gli aspetti curativi della pratica yogica. Come compenso per l'insegnamento ricevuto, gli fu richiesto di fondare una famiglia e diffondere lo yoga.
Tornato a Varanasi cominciò a tenere conferenze e dimostrazioni di yoga in tutta l'India, tanto che nel 1926 il maharaja di Mysore lo invitò a fondare una scuola sotto il suo patrocinio. Fu in questo contesto che scrisse 'Il nettare dello yoga', pubblicato dall'università di Mysore. Con l'indipendenza dell'India e la destituzione del maharaja, venne chiusa anche la scuola di Krishnamacharya; ormai padre di sei figli, fu invitato a Madras, oggi Chennai, dove insegnò yoga e curò pazienti per tutta la sua longeva esistenza.