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Platone
Simposio
A cura di Giorgio Colli
Adelphi
Pag. 108 Formato: 10,5 x 17,5 cm. Anno: 1979 ISBN: 978-88-459-0391-5
€. 9.00 €. 8.55 (-5%)
Se esiste il testo sull’amore nella nostra civiltà, a cui ogni testo successivo non può che ricondursi, questo è il Simposio, il dialogo di Platone che più di ogni altro ha mantenuto intatto il «fiore della gioventù» e ci si offre naturalmente non già come una disputa filosofica, ma come una lunga conversazione – forse la più bella conversazione della letteratura – fra spiriti «eccellenti» (oltre a Socrate, il suo grande avversario Aristofane e il bellissimo Alcibiade) che, uno dopo l’altro, prendono la parola e raccontano di una potenza inesauribile: Eros. C’è chi dice che sia il dio più antico, altri invece sostiene che è il dio più giovane, altri che è un grande demone. A tutti esso appare «meraviglioso fra gli uomini e gli dèi».
Le due forme di Afrodite, il mito dell’androgino, le origini dell’antichissimo desiderio «di fare, di due, uno» e così di «guarire la natura umana», «la morbidezza e «l’asprezza» dell’amore, la natura del desiderio: con articolazione sottilissima, attraverso le varie voci, Platone tocca tutti i punti sensibili dell’eros e infine affida a una vera iniziatrice ai «misteri d’amore», Diotima, il compito di schiuderne i segreti ultimi. E qui, come pure nell’ultima, trascinante apparizione di Alcibiade, diventano espliciti, forse più di altre volte in Platone, i riferimenti alla «sapienza» e all’«enigma». Anche per questo, dunque, Giorgio Colli è stato interprete profondamente congeniale di questo testo, in cui risuonano, limpidi e misteriosi, alcuni temi che sono stati centrali per la sua interpretazione del mondo greco.
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Scheda dell'autore: Platone
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informazioni sull'Autore: Platone
Platone nacque ad Atene, l'attuale capitale greca, da nobile famiglia tra il 428 e il 427 a.c., poco dopo lo scoppio della guerra tra Atene e Sparta. Il padre Aristone discendeva da Codro, mitico re di Atene, e la madre Perictione da una famiglia anticamente imparentata con Solone. Dal loro matrimonio nacquero, oltre a Platone, Adimanto e Glaucone (che compaiono come interlocutori di Socrate nella " Repubblica ", il libro più ampio di Platone) e Potone, futura madre di Speusippo, il quale succederà a Platone nella direzione della scuola da lui fondata,l' Accademia.
Platone ricevette l'educazione tradizionale, incentrata sulla ginnastica e sulla musica, e forse compose in età giovanile poesie e tragedie, che avrebbe in seguito bruciato .Verso i vent'anni incontrò Socrate, seguendone l'insegnamento sino alla morte di questi nel 399. Nel 404, con la vittoria di Sparta, fu instaurato ad Atene un governo oligarchico filospartano, capeggiato da quelli che in seguito sarebbero stati chiamati i Trenta Tiranni. Di questo governo era membro influente Crizia, zio materno di Platone , che lo invitò a prendere parte attiva al governo.Ma ben presto Platone rimase deluso dal loro dominio dispotico e violento, che fu abbattuto nel 403.
Delusione e sfiducia, tuttavia, gli procurò anche la democrazia restaurata, che nel 399 mandò a morte Socrate. Forse per timore di ripercussioni con altri amici e discepoli di Socrate, si rifugiò a Megara presso Euclide, anch'egli allievo di Socrate. Secondo la tradizione egli avrebbe compiuto in seguito vari viaggi, recandosi a Cirene, dove avrebbe conosciuto il matematico Teodoro, a Creta e in Egitto, cominciando a comporre i suoi primi dialoghi. Nel 388 si recò a Siracusa, governata dal tiranno Dionisio il Vecchio, fermandosi durante il viaggio anche in Italia meridionale, in particolare a Taranto dove conobbe il pitagorico Archita. Imbarcatosi in seguito su una trireme spartana per tornare ad Aten , sarebbe stato condotto, su istigazione di Dionisio, con il quale era entrato in contrasto, a Egina , allora in guerra con Atene.
Qui venduto come schiavo sarebbe stato riscattato da Anniceri di Cirene. Tornato ad Atene nel 387, Platone acquistò il giardino dedicato all'eroe Academo e vi fondò l' Accademia, una scuola di filosofia caratterizzata da una vita in comune tra maestro e discepoli. Sul piano giuridico essa era un'associazione religiosa, dedita al culto di Apollo e delle Muse. Poco tempo prima, forse nel 392, Isocrate aveva fondato in Atene una scuola per l'insegnamento della retorica, intesa come la migliore preparazione alla vita politica. Tra le due scuole la rivalità sarebbe stata continua. Presso l' Accademia soggiornarono anche studiosi illustri, come il matematico e astronomo Eucnosso di Cnido ed il medico Filistione di Locri. Per circa 20 anni Platone non si mosse da Atene, ma nel 367,morto Dionisio il Vecchio e successogli Dionisio il Giovane, fu invitato dallo zio di quest'ultimo, Dione, a tornare a Siracusa, ove avrebbe potuto insegnare la filosofia al giovane tiranno. Ma appena giunto, Platone trovò grave tensione nei rapporti tra Dionisio e Dione, il quale fu ben presto esiliato. Nel 365, scoppiata una guerra in Sicilia, Platone ne approfittò per tornare ad Atene.
Nonostante questa delusione, nel 361, persuaso dalle promesse di Dionisio di richiamare Dione dall'esilio, si recò nuovamente in Sicilia. Ma qui si rese ben presto conto dell'illusorietà delle promesse di Dionisio e dell'impossibilità di fare del tiranno un filosofo. Gli fu impedito di allontanarsi da Siracusa, sinchè egli riuscì ad avvertire Archita, il quale col pretesto di un'ambasceria inviò una nave per imbarcarlo. Nel 360 Platone potè così rientrare ad Atene. Nel 353 Dione, dopo essersi impadronito di Siracusa e aver cacciato Dionisio, fu assassinato da un gruppo di congiurati, a capo dei quali era l'ateniese Callippo. Nel 348 / 347 a.c. Platone morì ad Atene, mentre Filippo di Macedonia era già entrato in conflitto con la città.
Una curiosità finale: si è a lungo discusso sul suo soprannome (Platone, infatti, non è il suo vero nome): si è concordi sul fatto che derivi dall'aggettivo greco "platùs" (ampio).Vi è chi sostiene che l'aggettivo vada attribuito alla larghezza e alla fluità del suo stile, chi è invece del parere che sia dovuto alla sua fronte particolarmente ampia e chi sostiene che fosse un soprannome datogli dal suo insegnante di ginnastica a causa dell'ampiezza delle sue spalle.
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