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Tra il tempo e l'eternità
L’universo termodinamico è l’universo della degradazione. Al determinismo delle traiettorie sostituisce il determinismo non meno inesorabile, racchiuso nel secondo principio, dei processi che livellano le differenze di pressione, di temperatura, di concentrazione chimica e conducono in maniera irreversibile un sistema allo stato di massima entropia: la morte termica. Ma il secondo principio non è solo fonte di pessimismo e d’angoscia. In effetti è sorprendente constatare come nell’epoca in cui la fisica annuncia l’evoluzione irreversibile là dove sembrava regnare l’eternità, le scienze e la cultura riscoprano ovunque la potenza creatrice del tempo. È l’epoca in cui tutti i tratti della cultura umana – le lingue, le religioni, le tecniche, le istituzioni politiche, i giudizi etici ed estetici – vengono visti come prodotti di storia, e in cui la storia umana si legge come la scoperta dei mezzi razionali per dominare il mondo. È l’epoca in cui la geologia e la paleontologia insegnano che la Terra, e tutto ciò che appariva come il quadro fisso della nostra esistenza – gli oceani, le montagne, le specie viventi – sono il frutto di una lunga storia caratterizzata da distruzioni e creazioni.
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