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Diario d'India
Avventure (e disavventure) dello spirito e della carne capitate tra il 1928 e il 1933 a Calcutta, a un giovane rumeno arrivato in quella città per studiarvi il sanscrito e la filosofia indiana. I profumi inebrianti delle notti tropicali eccitano i sensi, rinfocolando i desideri. Il whisky abbatte le barriere e la zanzariera protegge i corpo degli amanti. Mircea Eliade racconta i suoi amori e quelli dei suoi amici "anglo-indiani", descrive la sua vita insieme a loro, espone i pensieri contraddittori che si agitano in lui, sugli argomenti più disparati, con una sincerità senza pudore e un'ingenuità disarmante. La sua è una scrittura vivace, senza fronzoli; appunti di diario, così come escono dalla penna.
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